Di questa scrittrice messicana, quarantasettenne, mi è piaciuto tutto fin dalle prime pagine: la scelta dell’argomento, la struttura semplice ed essenziale del racconto, la scrittura elegante, intensa, molto precisa, mai ingombrante. Il romanzo narra la storia di Laura e della sua non facile decisione di non avere figli. Nonostante sia molto determinata, è una scelta che le costerà parecchio, sia per il dilemma personale sia per l’ostinata opposizione della madre e dei pregiudizi suoi e di una società ancora non pronta ad accettare che una donna possa decidere di non volere diventare madre. Laura dimostrerà che ci sono tanti modi per esserlo comunque: avrà un rapporto specialissimo sia con la figlia della sua amica del cuore Alina, sia con Nicolàs, il ragazzino pestifero della sua vicina di casa. La storia di Laura dimostra che si può amare e creare una famiglia pur non generando né sposandosi, prova che si può riuscire ad essere una donna completa e pienamente realizzata anche senza assoggettarsi all’opinione comune secondo la quale è felice solo chi i figli li FA. Secondo me però non sarebbe giusto definire “La figlia unica” un romanzo sulla maternità e le sue implicazioni o sulla sua negazione: tratta infatti in modo delicato e garbato ma compiuto più in generale dei sentimenti, dell’amore certo, ma anche della solitudine, dell’amicizia, dello speciale rapporto che chi è fortunato riesce a creare con l’amica del cuore, dei forti legami che si instaurano tra persone senza la benché minima parentela.
Come già accaduto nei racconti di “Bestiario sentimentale”, anche in questo romanzo all’autrice interessa analizzare le analogie tra la vita umana e quella animale; ecco quindi che Laura avrà tanto da imparare da una coppia di piccioni che, nonostante i suoi iniziali tentativi per cacciarli, nidificano sul suo balcone. Anche loro metteranno su famiglia e anche per loro accudire i pulcini sarà un’esperienza totalizzante. E anche per noi come per loro, vale il principio che il nido va costruito e protetto nel tempo.
Un libro di donne per donne? No, l’autrice costruisce e analizza con perizia anche alcuni uomini (Aurelio, il marito di Alina in particolare) ma dimostra come un uomo si realizzi e si definisca pienamente solo grazie al prezioso contributo della sua donna.
Da leggere!
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