Queste poche righe iniziali non sono farina del mio sacco; sto parafrasando dal bellissimo romanzo di una delle mie autrici preferite, quando la voce narrante, in uno dei momenti di sconforto della sua vita di madre/donna/scrittrice, si rivolge ai suoi lettori (“Se solo mi vedeste, voi pochi rimasti – c’è qualcuno? E’più di un anno che non mi scrive nessuno.”) nella speranza di ricevere, cosa? consenso? stima? comprensione? successo? Se è proprio Teresa che parla, sappia che se li merita! E se mi capitasse l’occasione, vorrei poterle tributare tutta la mia ammirazione e il mio apprezzamento: il suo nuovo romanzo è tra i migliori che ho letto ultimamente, uno di quelli che non si dimenticano facilmente, da consigliare e raccomandare.
Come già in “La più amata”, il memoir/non memoir che le ha fatto quasi vincere il Premio Strega (e che spero vivamente le diano quest’anno!), non si capisce quanto reale o fittizio sia il suo personaggio, quanto realmente vissuta dall’autrice sia la storia che racconta. Alcune caratteristiche le appartengono certamente: scrittrice di successo alla soglia dei cinquanta, collaboratrice di giornali e riviste, separata, una figlia, ma poi? È davvero stata un’adolescente grassottella, ai margini della socialità, invidiosa delle amiche tutte più…qualcosa (belle, ricche, magre, bionde…) di lei? È realmente una madre poco comunicativa, che non riesce ad instaurare un rapporto sereno con la figlia, che peraltro ama profondamente, ma che non la capisce e la rifiuta? Ecco quello che succede al lettore che si trova tra le mani un suo libro: il dubbio che questa voce spavalda e sfrontata possa essere reale o meno. Certamente suona molto autentica, e qui sta, secondo me, la grandezza dell’autrice. Infatti, benché la storia sia molto molto avvincente, e non voglio fare accenni alla trama per non rovinare a nessuno il gusto di scoprirla leggendo il libro, il punto di forza di Teresa Ciabatti è il suo stile, unico, riconoscibile, facilmente identificabile dopo aver letto i suoi romanzi. La sua scrittura intensa, essenziale, molto potente, spesso convulsa costringe il lettore ad entrare in un vortice, e a trascinarlo nel racconto dove ciò che accade nel presente e ciò che viene rievocato dal passato, si alternano mettendo a nudo la voce narrante che man mano conosceremo a fondo, nella sua vera essenza. I ricordi hanno un’influenza notevole e spesso determinante sullo sviluppo della personalità di ognuno di noi, soprattutto se si è di animo sensibile come la nostra protagonista. Gli eventi segnano e contribuiscono a diventare ciò che siamo. Ecco perché nel costruirci il carattere dobbiamo sperimentare ogni impulso, ogni emozione, buona o cattiva che sia, e su tutti la vergogna, l’invidia, il turbamento, sentimenti di cui il romanzo abbonda, e che sono le vere forze propulsive che ci spingono verso la nostra realizzazione interiore.
Leggere “Sembrava bellezza” è partire per un viaggio alla scoperta di una ragazza, una donna che incarna un po’ tutte noi, con le nostre paure, i nostri rimorsi, la nostra rabbia e tutta la nostra passione e scoprire alla fine di essere (non solo sembrare) belle.
Non perdetelo!
Vuoi leggerlo? Puoi acquistarlo cliccando qui sotto..