Purity, detta Pip, è una ragazza di 23 anni, ossessionata dalle sue origini e da un consistente debito universitario. L’identità del padre è argomento tabù e, dalla madre single che gliel’ha sempre tenuta nascosta, non riesce ad ottenere nessun elemento utile per scoprire di chi sia figlia. Per saldare il debito ed essere libera di cercare il genitore, Pip accetta un lavoro in Bolivia, uno stage retribuito offertole dal Sunlight Project, un’organizzazione ecologista che indaga su scandali ambientali divulgandoli su internet, fondata da Andreas Wolf, “fuorilegge del web” ma famoso ed apprezzato tanto che “…in termini di ammirazione universale, Wolf se la giocava con Aung San Suu Kyi e Bruce Springsteen.” Figlio di due alti funzionari del regime della Repubblica Democratica, Wolf, prima della caduta del Muro, si macchia di un delitto che lo ossessionerà per tutta la vita. Pip, dopo un periodo di addestramento nel campus boliviano e seguendo le indagini per un articolo per conto del Project, torna negli Stati Uniti, a Denver, ed entra in contatto con due giornalisti, Tom Aberant e sua moglie Leila Helou. Questi due personaggi meravigliosi, avranno, oltre ad Andreas, un ruolo fondamentale per il raggiungimento, nel finale, dell’obiettivo di Pip.
Non posso dire altro sulla trama per non rovinare la lettura del romanzo, ricco di colpi di scena disseminati qua e là, inaspettati e sorprendenti. L’autore infatti, porta magistralmente il lettore attraverso un gioco narrativo che si svela attraverso un’attenta costruzione della trama, che benché intricata, risulta sempre chiara ed evidente.
Notevole è anche l’indagine dei personaggi, analizzati con fine introspezione: tutti commettono gravi errori, hanno qualcosa da nascondere, fanno del male. Ma la loro morale, la “purezza” alla quale aspirano, li spinge a cercare rimedio ai danni fatti, sperano di cambiare il mondo. Ne escono personaggi indimenticabili, così credibili da renderli reali e verosimili. Pip è giovane e come tale ingenua, spavalda, imprudente ma coraggiosa e determinata. La madre è un’artista ribelle, contorta, disturbata e allo stesso tempo affascinante e magnetica. Andreas, subdolo, pericoloso, costruisce il suo successo su un delitto che lo rende fragile ma al tempo stesso nocivo e dannoso. Leila, concreta e responsabile, è costretta dal suo desiderio di maternità a compiere scelte non sempre condivisibili. Tom, solido nella vita e nel carattere, diventa un punto d’appoggio per ognuno di loro.
Uno dei temi più rilevanti del romanzo è quello del rapporto madri/figli e della maternità in generale. Le madri descritte nella storia, così come nella vita, condizionano pesantemente le scelte dei figli, i quali devono imparare a loro spese a perdonare e saper andare oltre, per potersi salvare.
“Purity” non è facile da catalogare, è un thriller, un poliziesco, una saga, ma anche una commedia umana alla Balzac o alla Dickens; parla di tecnologia, di storia, di sentimenti, di sesso; spazia tra i continenti e sei decenni. Il talento che Franzen dimostra di avere in questo romanzo è impressionante, la sua abilità letteraria nel condurre il lettore attraverso la storia, impeccabile. La scrittura è ineccepibile e incontestabile, con le parti migliori nei dialoghi e nel ritmo della narrazione.
Insomma, da leggere!
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