“Matrigna” narra della scomparsa di un bambino: Andrea ha sei anni, è con la mamma e la sorellina Noemi di nove, ad una festa di paese e, da un momento all’altro, non c’è più. La sparizione del bambino, biondo occhi azzurri bellissimo, getta nella disperazione la famiglia, origini modeste, padre pompiere, madre casalinga. Noemi vive il dramma come può, sentendosi in colpa, ma anche, col passare del tempo, ingiustamente trascurata, fino a che, diventata grande, si trasferisce, convinta che, allontanarsi dalla famiglia significhi prendere le distanze dal dolore. Ma non si scappa, purtroppo Noemi verrà risucchiata dalla madre e dalla sua complessa personalità, trascinata ancora una volta nelle difficili e complicate dinamiche famigliari.
Anche qui, come in “La più amata” il precedente romanzo, protagonista è la famiglia che Ciabatti non considera un riparo, bensì una vera e propria prigione, un luogo dove fin da piccolissimi si è costretti a sperimentare i rapporti di potere e a subire scelte e comportamenti delle persone con le quali si convive. La scrittrice accantona la figura del padre ed esplora il rapporto della protagonista con la madre, una donna profondamente turbata dalla perdita del figlio, evidentemente il preferito tra i due. Carla, questo il suo nome, è naturalmente distrutta dal dolore ma sembra lusingata dalla fama, famosa suo malgrado, appare spesso in tv, sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Noemi invece cerca solo normalità e stabilità, e per ottenerle dovrà soffrire parecchio, mettendo a repentaglio la propria felicità. Quale rapporto può dunque esistere tra due donne così? Amore? Odio? Al lettore, parteggiare per una o per l’altra.
Come nel primo libro, il pregio del romanzo è, a mio avviso, lo stile davvero apprezzabile: Ciabatti ha un’incredibile capacità di narrare coinvolgendo il lettore come pochi autori sanno fare, è difficilissimo interrompere la lettura di un suo scritto, libro o articolo che sia; ho divorato ogni pagina di “Matrigna” leggendo velocissima, tanto che, a volte, mi sfuggivano dei punti della trama (non sempre chiara, in verità). Ci si sente completamente coinvolti dalla sua prosa, l’autrice ci ingabbia come in una spirale, permettendoci di allontanarci dai suoi personaggi solo una volta finito il libro.
Dopo il padre ingombrante di “La più amata” e questa disturbata madre/matrigna, chissà quale altra figura Ciabatti deciderà di vivisezionare e mettere sul banco degli imputati! Aspettiamo fiduciosi il suo prossimo romanzo!
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