Perché leggerlo? Innanzi tutto perché è scritto benissimo: una narrazione travolgente che passa agilmente dal passato al presente, caratterizzata da uno stile incisivo, colto, descrittivo quanto basta per farci immaginare i personaggi e le scene, ma aperto alle personali interpretazioni di noi lettori che verremo trascinati nella vita tormentata e nei sentimenti dell’io narrante, figura straordinaria per sensibilità e originalità. Una scrittura affatto rassicurante, a tratti un po’ inquietante ma che avvince e, soprattutto, convince: Nicoletta Verna è davvero brava.
In secondo luogo, è un romanzo che, secondo me, va letto per la trama che, come mia abitudine, riassumo solo per sommi capi per non guastare la lettura. Bianca ha otto anni quando accade la disgrazia che le porta via l’amata sorella Stella. Il trauma diventa ogni giorno più insopportabile e Bianca è sempre più lacerata, lasciata sola nel dolore anche dagli altri membri della famiglia. Nonostante tutto, riesce a costruirsi una vita apparentemente invidiabile, ma ciò non basta a scacciare i demoni che l’assillano. Un grande amore, il forte desiderio di maternità, la scoperta e la presa di coscienza della disgrazia, ovvero di quanto realmente accaduto a Stella, sono gli eventi che rendono la trama avvincente e coinvolgente. Inoltre, e questo lo posso dire senza comprometterne la portata, l’autrice ci racconta come Bianca, che si sente a tutti gli effetti uno scarto, sviluppi un’ossessione maniacale per la raccolta differenziata. La giovane donna è convinta che, così come si disfa in maniera corretta degli inutili rifiuti, può liberarsi dal peso doloroso che le grava sul cuore. La descrizione di questa maniacalità è, secondo me, una trovata geniale, un elemento originale e, almeno penso, inedito che ben spiega quanto paranoica sia la povera Bianca.
Inoltre, altro valido motivo per leggerlo, Il valore affettivo è un dolcissimo elogio alla sorellanza, un vincolo d’affetto che non tutti sono così fortunati da avere. Stella, maggiore di alcuni anni di Bianca, è per lei il modello al quale aspirare, il loro rapporto simbiotico, che si rivelerà in tutta la sua potenza nel finale, è il valore affettivo del titolo. Perdendo Stella, Bianca smarrisce anche sé stessa ed è costretta a percepirsi incompiuta e inadeguata in ogni momento della sua faticosa crescita. Vergogna, sensi di colpa, inadeguatezza, impossibilità nell’esprimere i sentimenti che prova la perseguitano e la condizionano. Lungo sarà il suo cammino verso la felicità, irto di scelte e rinunce dolorose, ma noi lettori le siamo ormai affezionati e siamo con lei, dalla sua parte, sostenendola e augurandole, di cuore, ogni bene.
A chi piacerà? In special modo, alle lettrici che hanno una sorella, ai lettori che ne sposano una, e, in generale, alle persone sensibili. Buona lettura!
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