L’autrice ha definito in un’intervista il suo ultimo libro “una tenera storia di vita famigliare in cui potersi riconoscere”. E infatti Lizzie è una donna qualunque, la cui giornata è costellata da piccole, comuni lotte quotidiane: la gestione casa/lavoro (lavora come bibliotecaria pur avendo una formazione diversa), un marito a volte assente, un bimbo da seguire, un fratello tossicodipendente pieno di problemi, un’amica psicologa che le chiede di aiutarla nel suo lavoro. Come tutti, spesso si fa sopraffare dalle incertezze e dalle preoccupazioni del nostro tempo (il riscaldamento globale, il cambiamento climatico …). La trama viene intervallata dai pensieri e dalle riflessioni della protagonista su questi piccoli, grandi argomenti, rendendo molto particolare lo stile della Offill, che scrive per frammenti, alcuni veramente brevi. Non è facile all’inizio seguire la storia, ma una volta capito il meccanismo e soprattutto l’incedere del pensiero di Lizzie, non ci si stacca dal libro!
Attraverso le parole della protagonista, cogliamo il pensiero dell’autrice e cosa sia veramente importante per lei. Quasi come se prevedesse la pandemia che stiamo vivendo, interpretando i fatti del nostro tempo come solo la letteratura con la L maiuscola è in grado di fare, la Offill sembra voler raccomandare di prepararci emotivamente ai disastri lavorando su noi stessi e accettando quanto ci capita senza negarlo. (“Quali sono i modi migliori per preparare i miei figli al caos imminente? Puoi insegnargli a cucire, a costruire, a coltivare. Però le tecniche per placare la mente possono risultare più utili.”) Anche aiutare gli altri può servire ad aumentare la possibilità di sopravvivenza e così Lizzie si attrezza per diventare sempre di più una solida spalla sulla quale appoggiarsi. Ma tutto ciò ha un prezzo, e Lizzie si sente spesso sopraffatta dalle richieste d’aiuto che riceve da ogni parte, per non parlare della crescente consapevolezza di essere alle soglie del disastro climatico e ambientale tanto paventato e forse, davvero in arrivo. (“Ascolto di nuovo (l’intervista) dello psicologo specializzato in catastrofi. Spiega che nelle emergenze il cervello può girare a vuoto nel tentativo di trovare una situazione a cui paragonare quella in cui si trova. Ecco perché bisogna pianificare prima. …… Senza pianificazione, la gente perde la testa in un attimo.”)
Secondo me, la vera forza del romanzo della Offill è proprio la struttura così frammentata del testo che ben ricalca il flusso dei pensieri giornalieri di tutti noi, quando la nostra mente passa dalle piccole preoccupazioni quotidiane alle questioni ben più importanti o sul futuro, il nostro e quello del pianeta che abitiamo. L’autrice definisce questi frammenti, schegge narrative e lascia tra le pagine degli spazi bianchi tra l’una e l’altra per dare il tempo al lettore di riflettere su quanto appena letto.
Un libro tutto da assaporare ma a piccoli sorsi, dunque, che lascerà in ogni lettore il gusto dolcissimo di un personaggio indimenticabile. Fortemente consigliato!
#andràtuttobene
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