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Mercoledì, 14 Ottobre 2020 16:20

RAGAZZA, Edna O’Brien, Einaudi

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Sono sempre alla ricerca di letture stimolanti, sia per la trama, che desidero avvincente e totalizzante, sia per lo stile, che prediligo ricercato e curato. Mi ha dunque subito attratto l’ultimo romanzo della quasi novantenne autrice irlandese, famosa per essersi sempre occupata nei suoi bei romanzi delle donne, della loro condizione, dei loro diritti, della loro emancipazione. La sua ultima pubblicazione ha un titolo semplice, ma a mio avviso molto efficace, e che sembra descrivere nel modo più stringato possibile, quello di cui si è occupata la scrittrice in tutta la sua produzione. (Il suo primo romanzo è del 1960 “Ragazze di campagna” e narrava dello scandaloso comportamento di due ragazze che scappano dal collegio di suore dove studiano affascinate dal richiamo della città).

Nel 2014, duecentosettantasei studentesse vennero rapite dalle milizie dell’organizzazione jihadista di Boko Haram, segregate nella foresta della Nigeria settentrionale e schiavizzate dai crudeli terroristi. Profondamente toccata da questo atroce fatto di cronaca, l’autrice, pur avanti con l’età, nel 2016 e poi ancora l’anno seguente, si è recata in Nigeria dove ha potuto incontrare alcune delle ragazze che in qualche modo erano riuscite a fuggire e ha raccolto le loro storie. Maryam, la protagonista del romanzo, è la potentissima voce narrativa, che racchiude nel suo racconto la triste sorte di queste ragazze. Rapita da scuola quando è poco più che una bambina, viene trascinata nell’accampamento dei terroristi e lì destinata ai loro piaceri, ai lavori più umili, costretta all’indottrinamento continuo. Maryam dopo qualche tempo (non saprà dire quanto) e tantissime tribolazioni, riesce a scappare con un’amica, ma dovrà ad affrontare i mille pericoli dell’inospitale paesaggio africano per raggiungere la sua famiglia. Una volta in salvo però, troverà ad attenderla molte altre difficoltà, forse ancora più insormontabili.

Il bel romanzo della scrittrice irlandese, che ho letto in tre sere, ha pienamente risposto alle aspettative di cui dicevo: la trama è importante e sicuramente d’impatto, spesso mi sono dovuta fermare per metabolizzare che quello che leggevo era realmente accaduto, che davvero alcune giovanissime avevano dovuto sopportare le atrocità loro perpetrate dai terroristi. Inoltre il racconto della storia di Maryam e delle brutalità che ha dovuto subire, è reso da una scrittura profonda e senza paura, una prosa unica e particolarissima che l’autrice ha a mio avviso adottato per mitigare la crudezza di una tristissima vicenda storica. Il libro, narrato in prima persona, non è un resoconto, una mera descrizione dei fatti avvenuti. A volte la narrazione, attraverso la voce di Maryam, si fa confusa, disordinata, e, leggendo, mi sono trovata spesso perplessa: il fatto è accaduto o solo immaginato? E’ solo un sogno? È adesso o è già passato? Questa astrattezza, questo estraniarsi dalla realtà, secondo me, ben descrive lo stato d’animo nel quale la protagonista si rifugia per proteggersi dal male subìto, per mettere una barriera tra sé e il male che le fanno. Penso che sia una scelta stilistica coraggiosa che rende il romanzo ancora più straordinario, aggiungendo delicatezza ad una storia che non lo è per niente.

Non è un racconto semplice dunque, anzi, è un po’ come ricevere un discreto pugno nello stomaco. Ma penso sia un libro da leggere perché non possiamo non interessarci a questi terribili eventi della nostra epoca. Inoltre, dobbiamo dare il giusto merito all’autrice che, con grande coraggio e dedizione, ha affrontato ed evidenziato questa sconvolgente vicenda, parlando di ragazze di un mondo diverso dal suo, mettendo da parte tutto ciò che ha da sempre caratterizzato la sua scrittura, immergendosi in un territorio per lo più ignoto sia dal punto di vista emotivo, sia geografico e culturale.

 

 

 

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Letto 1454 volte Ultima modifica il Lunedì, 21 Giugno 2021 10:07

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