Ho assistito alla presentazione del libro durante la quale lo scrittore ha spiegato come per questo nuovo lavoro abbia voluto quasi sfidare sé stesso, adottando uno stile particolare e inusuale: il romanzo è infatti composto solo da un lungo dialogo (di 200 e passa pagine) nel quale due amici, Saverio e Vincenzo, chiacchierando, raccontano di loro, delle loro vite, della loro amicizia, dei loro problemi. Non mi ricordo di aver mai letto un romanzo così, giustamente definito nel sottotitolo “romanzo a due voci”. Ricorda un testo teatrale, troviamo una sola piccola annotazione iniziale (“seduti al tavolino all’aperto di un bar, due uomini parlano”), non c’è altro commento, né descrizioni ulteriori riguardo ai personaggi o al contesto. L’autore non interviene mai e lascia che siano i suoi due personaggi a raccontarsi. Strani tipi, Saverio e Vincenzo. Veniamo a sapere che sono amici di vecchia data, abbienti e abituati ad uno stile di vita agiato e dalle belle frequentazioni. Iniziano con chiacchiere amene e poi, poco alla volta, discutono di problemi più seri, di uno o dell’altro, rivelandosi così persone superficiali, egoisti, a volte perfino scorrette, raccontate con ironia e un pizzico di derisione dall’abile scrittore. Il romanzo sarebbe già pronto da mettere in scena, grazie anche al finale, un vero e proprio coup de theatre!

La lettura scorre velocemente e davvero rivela la grande abilità dell’autore. Non mi resta che consigliarvelo.

Bravo Federico!

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